L'episodio che mi accingo a raccontare ha per protagonisti un pilota, un motorista ed un Beechcraft C45, tutti dell'A.M., in volo da Cagliari Elmas a Centocelle, verso la fine degli anni '50, e mi è stato narrato con grande onestà dal pilota stesso, che chiameremo Amleto, mentre il motorista lo chiameremo Pierino. Questi due personaggi, al momento dell'accaduto avevano alle spalle già una ventina di anni di volo, la II Guerra Mondiale ed un petto di medaglie...
Amleto, il pilota, ha voluto raccontarmi questa storia, vissuta in prima persona, per dimostrare che, quando si vola, cose banali, quasi insignificanti, possono diventare gli anelli di quella famosa catena di eventi negativi che sono sempre all'origine di incidenti.
Questa volta, comunque, “ qualcuno da lassù " ha dato loro una mano.
Decollati in VFR da LIEE ( Elmas ) per fare ritorno a LIRC ( Centocelle ), dopo un bel pranzetto, innaffiato con un paio, o forse più, di bicchieri dell'ottimo vinello locale, messa la prua verso il Continente, dopo aver livellato alla quota prevista dal piano di volo ed inserito l'autopilota, i nostri due amici, in pieno relax, cominciarono ad avvertire una certa sonnolenza post prandiale, una vaga voglia di un pisolino ristoratore, ma, chissà perchè, non avevano pensato di dirselo. Guardavano tutti e due davanti a loro, senza parlare, inforcando entrambi dei bellissimi occhiali da sole ultimo grido.
Amleto sapeva che il compagno era in grado di controllare la rotta e di fare le opportune correzioni; del resto, egli era lì, seduto al suo fianco, al posto del secondo pilota , con lo sguardo fisso verso l'orizzonte, dietro il suo bel paio di lenti scure.............” riposo un po' gli occhi, alle piccole correzioni ci penserà lui “, disse fra sé e sé, e scivolò in uno stato di piacevole torpore che si trasformò rapidamente in sonno.
Pierino, dal canto suo, pensò la stessa cosa: “ tanto c'è lui...” e non vide che gli occhi del pilota, nascosti dietro gli occhiali scuri, erano già chiusi.
E così, cullati dal ronzio dei motori e dalle comunicazioni in cuffia tra Roma Informazioni ed il traffico in corso, i nostri due amici si adagiarono nelle braccia di Morfeo, mentre a pilotare l'aeroplano ci pensava......la Madonnina di Loreto.
Dopo un bel po' di tempo, quando la voce del FIC, con l'ennesima chiamata, li svegliò, se non gli venne un coccolone fu un vero miracolo.
Sotto di loro, un mare di nubi ed intorno, ad una certa distanza, soltanto cime di montagne, lì per lì, sconosciute e più elevate della loro quota !
Il Controllo chiedeva loro la posizione, ma non erano in grado di fornirla perchè, oltre a quelle vette, non vedevano un accidente : solo nuvole a perdita d'occhio e nessun riferimento certo con il terreno sottostante.
In un attimo compresero il guaio in cui, proprio loro, si erano cacciati, anche perchè il carburante tendeva a scarseggiare.
Da vecchi volponi, per non far capire che erano in difficoltà, cercando di prendere tempo e non allarmare inutilmente il Controllo, fecero finta di non riuscire a ricevere le comunicazioni.
L'importante però era fare capire che erano in volo.
All'epoca il Radar del Controllo era al di là da venire.
Mentre cercavano di raccapezzarsi consultando inutilmente la carta ed il controllo attendeva ancora di conoscere la loro posizione, Pierino vide aprirsi sotto di loro un buco nelle nubi che lasciava intravede una città che riconobbero subito e, poco distante, quasi sotto la loro verticale, l'aeroporto : le nuvole si erano diradate proprio sopra il campo di Perugia !
E allora, giù, a capofitto verso la pista !
" Qualcuno da lassù " li aveva guidati fin là............
La storia si concluse, una volta rientrati al Reparto, con una bella risciacquata del Comandante ed una costosa bevuta per tutto il Gruppo.
Morale:
Attenzione a non lasciarsi tentare dal vino e dai cibi prima di andare in volo;
La routine porta ad una assuefazione alle azioni, ad un fidarsi troppo l'uno dell'altro : ogni tanto un giro di controllo sull'operato dei nostri compagni, e loro su di noi, non fa male e non deve essere preso come un atto di sfiducia .
Accettiamo invece come gesto di amicizia l'eventuale appunto da parte dei nostri compagni e cerchiamo di non ricadere negli stessi sbagli.
Soprattutto, siamo onesti e non nascondiamo mai le nostre manchevolezze, tanto, prima o poi, esse vengono a galla.
Chi rileva o commette errori, non abbia timore di dichiararli e discuterli serenamente con gli altri, tenendo sempre presente che l'omertà e la paura delle critiche, a volte, possono causare dei guai.
Ultime notazioni : in questa avventura, anche gli occhiali da sole hanno avuto il loro ruolo, ma loro non possono giustificarsi, né pagare da bere.......
Comunque, ripensando ai protagonisti di questa storia, che fortuna !
In ogni caso, per devozione, tutti gli aviatori portano al collo una medaglietta con l'immagine della Madonna di Loreto. Anche Amleto e Pierino.
Giancarlo Cristarella