Ripensando all'articoletto sul televel, mi sono ricordato di un altro episodio legato a questo importante strumento e che mi vide in azione come Aerosoccorritore.
“ Aeroporto di Ciampino. Una mattina di primavera verso la fine degli anni '60. Mentre eravamo intorno all' AB204B di allarme, sempre pronto, controllato e posizionato sulla piazzola, suonò la sirena della Torre di Controllo per avvertire che era in atto un'emergenza. Quasi subito suonò anche il segnale di allarme della nostra Sala operativa. Dato che, per fortuna, tutto l'equipaggio di allarme era praticamente a bordo, mentre il secondo pilota metteva in moto, il Comandante chiamò la Torre e si fece dire la natura dell'emergenza la risposta fu: “ un velivolo straniero, con motore piantato, sta tentando di atterrare per pista 33”. Infatti, guardando verso “Casa Bianca “ (la frazioncina vicina all'aeroporto, dalle parti della testata pista 33 ), vedemmo, contro sole, un lampeggiare di lamiere verso la recinzione aeroportuale, seguita dal formarsi di una grossa croce argentea piantata in terra e ben illuminata dal sole. Decollammo come razzi ed in un attimo eravamo vicini alla “croce “. L'aereo era un vecchio AL60 militare di un Paese nordafricano che, abbattuta parzialmente la recinzione dell'aeroporto, si era “piantato” con il muso in un tratto di terra soffice, all'interno del campo, a pochi metri dalla rete e dalla strada provinciale, in quel momento intasata di una lunga fila di auto ferme al Passaggio a Livello di Casa Bianca. Gli occupanti, tre Sottufficiali ed un Capitano pilota, un po' frastornati ma sani, vedendoci atterrare, prima dei Pompieri, a pochi secondi dal fatto, si prodigarono in mille ringraziamenti ed inchini. Il medico di Stormo, prontamente intervenuto, dopo averli visitati, dichiarò che stavano meglio di noi. Trattandosi di militari, anche se stranieri, ma sicuramente l'avrebbero fatto con chiunque, i nostri specialisti durante il giorno, con l'ausilio generoso dei Vigili del Fuoco, tolsero il monomontore dall'incomoda posizione, lo portarono in un Hangar vicino al nostro e, quasi per incanto, in brevissimo tempo lo rimisero in condizionidi volare. A ben guardare, i danni erano molto limitati e le riparazioni, effettuate con passione ed entusiasmo dai nostri specialisti e dall'equipaggio dell'aereo, si protrassero per pochissimi giorni. Nel frattempo, i colleghi stranieri rimasero sempre con noi, ospiti “in toto”delReparto. Poi, espletate le pratiche burocratiche ( e diplomatiche ) necessarie, dopo grandi abbracci e solenni promesse di incontri e gemellaggi, fecero ritorno a casa. Qualche tempo dopo, ci giunse, tramite Ambasciata, il ringraziamento del Governo e della Nazione a cui apparteneva l'aereo.”
Questa è la storiella di ciò che è avvenuto dopo l'atterraggio di fortuna, ma che cosa lo aveva provocato ?
Quali cause avevano determinato la piantata di motore ?
Lì per lì il pilota non sapeva spiegare la cosa.
Risposta: esaurimento di carburante e TELEVEL malfunzionante ( i nostri specialisti trovarono i serbatoi completamente vuoti, secchi come ossi, mentre il TELEVEL li segnava pieni quasi a metà ). L'aereo, proveniente da Malta e diretto a Genova , poche ore prima aveva fatto rifornimento presso un nostro aeroporto del Centro Sud ma, dato il cattivo funzionamento dello strumento, aveva imbarcato quasi la metà del carburante necessario per arrivare al pieno. Per fortuna, quando il motore si è fermato l'AL60 era a pochissime miglia dal nostro campo, verso il quale era comunque diretto per una breve sosta. Se non ci fosse stata la recinzione, presa, per pura sfortuna, con il ruotino anteriore sul fascio di fili spinati posti sopra la rete stessa, l'atterraggio si sarebbe concluso nel migliore dei modi sulla soglia della pista 33. Peccato! Il pilota, comunque, ha dimostrato il suo valore perchè ha saputo portare l'aereo per una lunga distanza con il motore fermo fin quasi sulla pista e, grazie alla sua abilità e perizia, le cose si sono risolte bene. In ogni caso, da parte nostra abbiamo fatto un'ottima figura con una Nazione straniera e ci siamo fatti degli amici che, anche se non abbiamo più visto né sentito, ne sono certo, ci ricorderanno certamente con simpatia e gratitudine. Devo aggiungere che ( questo lo seppi qualche anno fa ),grazie alla cortesia di un civile di una società operante in aeroporto, arrivarono in omaggio un TELEVEL nuovo di zecca ed il copertone di un ruotino appena usato di un ... AL60 !
Che dite, amici, non è bello essere aviatori ?
E' bello, certamente sì, ma questo benedetto TELEVEL ...
Il vostro amico Colonnello.
Giancarlo Cristarella - Roma