L'aereo che non ti aspetti.
L'ho sempre guardato con rispetto ed a debita distanza, fermo a terra con quel musone alto e lungo, quel timone enorme e quel nasino all'insù può spaventare. Dopo tanto fantasticare, in un bel sabato di sole è arrivato inaspettatamente il grande giorno: si vola con lui! E' già particolare dalla seduta: a bordo si è piuttosto distesi, i comandi si raggiungono benissimo anche per chi non è alto 190 cm, i freni sono rigorosamente sulla pedaliera e la cloche ha dimensioni importanti che fanno salire l'adrenalina.
Messa in moto classica rotax, al centro del cockpit le tre leve canoniche, romba con un suono diverso dal solito, forse per via del terminale di scarico piuttosto lungo.
Il rullaggio in pochi metri spazza via tutto il terrore e le ipocondrie del movimento a terra dei bicicli! L'areo è stabile, risponde benissimo ai comandi e grazie ad un perfetto bilanciamento dei freni ruota in un fazzoletto, non c'è bisogno di impazzire con lo spedalìo per tenerlo in linea e tutto sommato la visibilità è discreta nonostante quel muso così bello ed imponente. Ci si sente letteralmente avvolti dall'aereo, la linea di cintura è alta e dona al pilota un bel senso di protezione. Controlli effettuati, briefing con il comandante e siamo pronti a partire. Manetta progressivamente tutta avanti, check del passo elica, barra che lentamente dalla pancia si centralizza e...il musetto si abbassa aprendo un mondo: si vede la pista! Occorre la giusta dose di piede destro, e un po' di barra a destra per tenerlo in linea con la center line ma nulla di così complicato, niente lavoro frenetico sulla pedaliera e niente aereo che scappa via da tutte le parti, una piacevole sorpresa.
La salita è dolce e costante, 120 km/h sull'anemometro e assetto non esasperato: il c26 riserva tante sorprese. Raggiungendo la zona di lavoro assaggio i comandi, in crociera richiede un leggerissimo piede destro per tenersi perfettamente livellato, lo sforzo sulla barra è bello, risponde in maniera piacevole ma non estremamente immediata; la sensazione è quella di un pilotaggio "muscolare", da purosangue. Continuiamo la salita con obiettivo 3000 ft sulla zona di lavoro per fare qualche prova, so di essere seduto su una macchina "rinomata" e non vedo l'ora di lasciarla sfogare un pochino...ma prima il dovere. 3000 ft sull'altimetro, cielo libero e nessun agglomerato urbano sotto di noi, è il momento di studiare.
Ogni tanto mi piace guardare l'ala di fianco a me, corre quasi vicino alla mia spalla, mi sento immerso nell'aereo e questa posizione si ripercuote nelle mie sensazioni: l'aereo è cucito addosso e mi sembra di indossare un abito fin troppo raffinato per me. Ma ci sono dentro, e non mi spiace godermelo per un po'.
Qualche virata a sinistra e a destra, bank non eccessivo, barra e piede, sforzi giusti e lui va via che è una bellezza. Stringiamo un pochino, via con un 360 sinistro, buoni buoni 70 gradi di bank e sembra di essere su un altro aereo, si fa più reattivo, emozionante ma sempre molto amichevole: pochissime millimetriche correzioni e mantiene l'orizzonte come se niente fosse, quasi quasi mi fa sentire bravo!
A destra stringendo la virata ha la tendenza ad abbassare il muso ma resta comunque meravigliosamente governabile e non ci vuole nulla a mantenere il nasino sull'orizzonte. Volo lento, semplice e stabile, il muso si alza sull'orizzonte e prendere riferimenti lontano richiede più attenzione, il profilo alare di spessore sostanzioso fa sì che anche alle alte incidenze non ci si senta seduti su una bagnarola volante. Livelliamo e via con un paio di stalli: l'assetto è pronunciato e lo stallo arriva a poco più di 70 km/h, sembra di volare su un p92, aereo semplice, prevedibile, ne esce riducendo di un pelo l'incidenza e nelle mani giuste (non le mie!) verifichiamo una perdita di circa 30ft... ed è un tutto dire.
Proviamo qualche stallo con i flaps approach e il feeling è esattamente lo stesso, fatta eccezione per l'assetto leggermente più alto. Lasciamo i flaps estratti e proviamo uno stallo in virata, meno di 100 km/h sull'anemometro, 45 gradi di bank e lui ancora vola! Rallentiamo ancora un pochino e la fisica fa il resto, leggera caduta della semiala esterna e recupero istantaneo con il muso leggermente a scendere e un filino di piede contrario: mi sembra di averlo volato da sempre.
Poco meno di 25' di volo e tutti i miei timori reverenziali nei suoi confronti sono spariti, è un aereo che vola in maniera elegante e prevedibile, forse non viaggia a 250 all'ora come altri, ma in compenso una volta a bordo non scenderesti più. Senz'altro richiede attenzione e non è proprio una macchina scuola, ma è sorpendente quanto sia docile se trattato con la giusta cura...
Forse è così che ci sente accarezzando un leone, chissà. Sono già soddisfatto così ma in cuor mio spero di poter fare qualche capriola, per rendere il volo davvero perfetto...ed è proprio così che va a finire. Briefing: vedremo un paio di rovesciamenti, un loop e per finire un bel tonneau...musica per le mie orecchie.
Poco meno di 240 km/h e via, musetto in aria, un paio di G abbondanti, sommità quasi verticale e ci rovesciamo a sinistra, l'aereo è reattivo e guizzante, ma per nulla nervoso. Recuperiamo l'assetto e subito un rovesciamento a destra, sensazione pressoché invariata fatta eccezione per una leggerissima pigrizia in più nel rollare, ma resta comunque un fascino entusiasmante.
Usciamo livellati e ci prepariamo al loop, riferimento al suolo, muso in basso a guadagnare energia, 250km/h indicati e si va: istintivamente do una bella stretta agli addominali, 4g pieni e incantevoli corrono lungo l'aereo e lungo il mio sgraziato corpicino, sulla sommità l'energia è scarsa, occorrono piccole correzioni per tenere Connie in asse ed il mio stupore è evidente nel notare che anche a capasotto, scarichi e con poche forze i comandi reagiscano subito, pronti e amichevoli. Il muso scende per l'ultima fase del loop ed usciamo di gran carriera livellando a circa 220 km/h, stessa quota d'ingresso e riferimento al suolo esattamente dove dovrebbe essere.
Andiamo per un rapido tonneau a sinistra, muso circa 30 gradi sull'orizzonte, barra a fondo corsa a sinistra, un accenno di piede ad accompagnare... il mondo fuori che si capovolge, la meravigliosa sensazione di libertà che scorre su ogni benedetto tessuto del corpo e in meno di 4 secondi siamo di nuovo in assetto livellato, pronti al ritorno a casa.
Mentre rientro alla base, riflettendo su quel che abbiamo fatto e un tantino "preoccupato" per l'avvicinamento e l'atterraggio mai provati prima, ascolto con orecchio teso i consigli di Roberto, che di esperienza ne ha a tonnellate, e spero di poterne fare buon uso.
Controlli avvicinamento fatti, elica tutta avanti, e siamo in sottovento: trim cabrato, 120 km/h e prima tacca di flap: mantengo i 700 piedi ground fino alla virata base, da lì inizia una dolce discesa, sempre 120 all'ora, stabile sul finale, flaps down, 120 costanti, l'aereo li mantiene da solo senza minimo sforzo, prossimi al contatto, penso che è un biciclo e quindi dovrò tenere la barra a me e spedalare un pochino, la mia flare è forse altina, assisto con un spizzico di motore, barra lentamente verso la pancia, l'assetto è quello giusto, aspetto un secondo e sono al suolo, Connie si siede dolcemente, ed è già a meno di 50km/h, non occorrono neppure 50 metri e siamo fermi.
Il rientro al parcheggio è semplice e ho talmente tante emozioni e considerazioni in testa che in un attimo senza rendermene conto mi ritrovo seduto in hangar, ad ammirarlo parcheggiato avanti a me.